In questa parte del mondo



Un dialogo tra linguaggi artistici: Fabio Pusterla e Selim Abdullah
Giovedì 9 marzo 2017, alle ore 18.00 Sala Tami, Biblioteca cantonale di Lugano

Fabio Pusterla (1957) vive tra Lugano e la Valsolda, e insegna letteratura italiana presso il Liceo di Lugano e l’Università della Svizzera Italiana. Collabora a giornali e riviste in Italia, in Svizzera e in Francia, e dirige la collana poetica Le Ali, dell’editore milanese Marcos y Marcos. Attivo come saggista e traduttore (soprattutto di Philippe Jaccottet e di altri poeti francesi contemporanei), è autore di sette principali raccolte poetiche parzialmente riassunte nell’antologia Le terre emerse. Poesie 1985-2008 (Einaudi, 2009). Il suo ultimo libro si intitola Argéman (Marcos y Marcos, 2014). Tra i principali riconoscimenti, il Premio Montale, il Premio Schiller, il Premio Gottfried Keller, il Premio Svizzero di Letteratura, il Premio Napoli, il Premio Stephen Dedalus e il Premio Vittorio Bodini.

Selim Abdullah è nato a Bagdad nel 1950. Nel 1975 si diploma presso l’Istituto di Belle Arti della città natale. Nello stesso anno si trasferisce a Firenze, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti diplomandovisi in scultura nel 1979. Dal 1981 vive e lavora nel Canton Ticino. Partecipa a varie mostre personali e collettive, in gallerie e musei di diverse città svizzere ed europee. La sua passione per la poesia lo porta a dar vita, nel 1982, alla piccola casa editrice «San Lorenzo» che si impegna a valorizzare la storica collaborazione fra scrittori ed artisti. Tra i suoi titoli si ricordano: S. Fiorato-T. Repetto, Per le disperse strade, 1994; D. Pušek–Selim, Vlkov Valk, 1997; M. Krleža-F. Francese, Poesie, 2002; F. Pusterla – A. Besomi-Romerio, Il lupo forse non c’è, 2004; Adonis-Selim, Marrakech, 2007.

In questa parte del mondo

Due linguaggi artistici, quello della poesia e quello della pittura, dialogano su alcuni temi comuni: il paesaggio, prima di tutto, con tutte le sue valenze simboliche, che aprono a molte prospettive. Paesaggio naturale, paesaggio umano, paesaggio interiore o memoriale, paesaggio corso da figure in movimento, forse in fuga; terre devastate e tuttavia luminose, di una luce spesso livida, talvolta lancinante. Le scene proposte da questo piccolo libro d’arte sono mutevoli, cangianti; ma riconducono sempre al nostro essere oggi, qui, non altrove, sopra una Terra di nessuno / e di tutti: in questa parte del mondo, appunto, nel reticolo di speranza, orrore, contraddizioni in cui si svolge la nostra esistenza.

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